Domanda:
"A Silvia" di G. Leopardi?
anonymous
2007-10-01 11:15:29 UTC
Qual'è il messaggio che vi comunica questa bellixima canzone di leopardi?

Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.

Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?

Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore.

Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano
Dieci risposte:
?
2007-10-01 11:30:56 UTC
Chi si limita a definire Leopardi un pessimista, ha capito ben poco dell'animo di un poeta.

Non c'è pessimismo qui, c'è tormento, ci sono i perchè di tutti, c'è l'angoscia dell'uomo di fronte all'ineluttabilità degli eventi, davanti a ciò che non capiamo, davanti allo sfiorire della bellezza e della purezza.

Chi non si è mai ritrovato in uno dei perchè che Leopardi mette su carta, in un modo così struggente che si può ancora sentirne la sofferenza?

Soffrire è vivere la poesia, essere pessimisti significa teorizzare sulla vita..ma questo è un altro campo.
.
2007-10-01 14:28:00 UTC
Premetto che adoro Leopardi.

Gli eventi ineluttabili che fanno parte della nostra vita ed in cui l' uomo si sente impotente nel non poterli fermare incidono in modo particolare davanti a questa perdita...In questo caso la ritengo eufemistica per una varietà di ragioni e ci vorrebbe una pagina intiera per descriverle...

Ciò che leggo in lui è solo amore allo stato puro e per di più sofferente, chi travisa le parole e non sa leggere anche nei suoi silenzi tra una frase o un' altra, tra un interpunzione o un sommesso sussulto, non è abbastanza intuitivo e si ferma all' apparenza (banalmente) delle cose e delle persone.

Definisco tali individui più fragili del grande poeta...

Non saper o non voler vedere dentro un animo umano è già un grosso handicap, lo definisco il male peggiore che porta alla miseria umana...
arcobaleni
2007-10-01 11:43:04 UTC
ROMANTICISMO 100 %



non mi sento in grado in questo momento di fare altri commenti ! (senza parole)



grazie comunque d' avermi ricordato questa meravigliosa poesia
george.sands
2007-10-02 02:19:38 UTC
adoro Leopardi, non potrei altro che confermarti quanto già detto dagli altri answerini; poesia meravigliosa, sulla giovinezza che se ne va per lasciare spazio all'età matura, alla vecchiaia, alla morte (e ai rimpianti). Aggiungo solo che la poesia di Leopardi che amo di più è L'infinito, per me insuperabile.
?
2007-10-01 11:29:52 UTC
il messaggio è triste.......molto triste, perchè uno si rende conto, avendo vissuto un pò....della verità contenuta in queste strofe del grande Leopardi: e quindi si rende conto che tutte - o molte- speranze della giovinezza sono finite in fumo.......e la realtà non è quella immaginata., sperata, voluta...Magari non per colpa propria, ma per il fato..............mah! Leopardi grandissimo filosofo! basta leggere anche lo Zibaldone.......
Nahla
2007-10-01 11:33:39 UTC
La malinconia dell'uomo di fronte all'ineluttabilità della malattia e della morte, alle quali, durante la giovinezza, non si pensa di sicuro! (Se si ha la fortuna di essere sani.)
cinthia
2007-10-03 03:33:37 UTC
Ho sempre creduto che Leopardi scrivesse poesie.....
cassie
2007-10-02 05:38:28 UTC
Leopardi è sempre stato il mio poeta preferito: spesso le sue poesie rieccheggiano dentro di me ad un livello profondo. Mi ritrovo soprattutto nel suo modo di vedere i ricordi come rinnovatori di emozioni (Es. Alla luna). Non so se conosci "L'Ultimo Canto di Saffo", ma secondo me è la sua poesia più bella.



"A Silvia" mi ha sempre comunicato un'idea di profonda malinconia, mista a tenerezza e rimpianto per ciò che poteva essere...
anonymous
2007-10-01 11:18:26 UTC
che se non smetto di toccarmi divento anche io come lui...
jessikaaa
2007-10-01 11:24:05 UTC
troppo pessimista leopardi per me in questa poesia e non è neanche magico come nel canto notturno o nella ginestra (o fiore del deserto) poesie che io preferisco.


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