Certo che mi è capitato, e più di una volta. Il motivo è semplice: o perchè non si vuole condividere con gli altri del contesto specifico quella sfera emozionale che il libro sprigiona fin dalle prime pagine, o perchè è un libro "osè" e non si vuole sentirsi dire da un proprio caro/congiunto "ma tu leggi queste cose??? non ti ci facevo!!!", o perchè si vive da figli (o da genitori) in famiglia, che, per quanto aperta o moderna, non sempre condivide la necessità di un figlio (o di un marito) di godersi un certo libro.
Mia figlia, per esempio, mi nascose che leggeva il diario di Anna Frank. Non c'era diente di strano, io l'ho trovato per caso, ma non le ho detto niente, e comunque non c'era nulla di strano, ma lei preferì non dirmi niente. Non andò così a me a 17 anni quando comprai un libro di biologia sull'anatomia del corpo umano, per farmi una cultura sul sesso: inutile dire che "madre siciliana per bene" non avrebbe condiviso, per cui lo tenevo ben nascosto,e se l'avesse scoperto ... chi l'avrebbe potuta sopportare!!! lo scoprì quando ero arrivato a tre quarti di libro e lo fece sparire, e tutto il seguito processuale inevitabile.
Ultimamente ho comprato un libro sulla teoria della relatività di Einstein e preferisco non parlarne per non dare un altro spunto a chi vive nel mio contesto d'affetti "E ti pareva! il saccentone deve ostentare la sua cultura superiore", naturalmente scherzando, ma la storia di Pulcinella è sempre attuale.
Potrei fregarmene, ma fra me e taluni miei libri c'è un rapporto che preferisco non condividere con alcuno ed evito di farne pubblicità.
Un saluto,
Vincent