Domanda:
Ci sarà un legame tra il leggere i libri e il grado di civiltà di un paese?
etcetera
2008-07-23 14:13:16 UTC
In Italia, si sa, si legge pochissimo. La parola scritta non attira, annoia tranne quando siamo noi a scriverla, perchè in questo paese strabordante di sentimentalismi ci sentiamo tutti poeti e romanzieri anche se siamo quasi analfabeti e al massimo leggiamo i cartelli stradali. E intanto imperversa sempre di più la deriva morale, culturale, economica, è sotto gli occhi di tutti: Bossi tuona contro gli insegnati meridionali non devono più insegnare al nord! E che diamine suo figlio è stato appena bocciato agli esami!
Noi siamo assai più colpiti dai messaggi orali, le invettive urlate dai balconi dai gigioni e i pagliacci dii turno ci ammaliano, ci scaldano sempre il cuore quelli!
Che ci sia un legame tra questo fastidio a leggere sentito come perdita di tempo o impresa troppo superiore alle nostre forze e questo tonfo verso il basso a cui quotidianamente assistiamo a ogni livello del nostro vivere civile?
25 risposte:
2008-07-24 16:34:58 UTC
sinceramente non ne sono così sicura



pensa che in america si vende (e si legge) un numero superiore di libri, ma a te sembrano più evoluti e civili di noi?



in Italia non si legge per "carattere" e per "cultura": gli italiani sono estroversi, amano stare in compagnia (in branco, direi) piuttosto che rinchiudersi nel buio della propria stanzetta in silenzio



ma sinceramente, non credo che sia questo il nostro problema



il nostro problema è il qualunquismo, il menefreghismo, il sentirsi soddisfatti solo perchè si ha la pancia piena e l'erba un po' più verde di quella del vicino; il nostro problema è che non abbiamo rispetto l'uno dell'altro, e queste sono cose che non si cambiano con un po' di buone letture



qualcuno ti ha scritto di proust e del fatto che la lettura è riflessione, ricerca, crescita; ma questa disposizione d'animo deve venire prima di aprire una pagina, perchè leggere ma restare gli stessi str.. di prima non serve a niente
?
2008-07-23 14:29:43 UTC
Domande retoriche, vero?



Hai sfondato una porta aperta.

Non solo non si leggono i libri, non si leggono neppure i quotidiani e ti dirò che non si leggono neppure le domande su Answers.

Se sono lunghe più di qualche riga è sempre meglio condensare la domanda nel titolo, perchè altrimenti gran parte delle risposte sarà

'Dov'è la domanda?'

Troppi non si prendono nemmeno la briga di cercarla tra le righe.



Il fatto è proprio questo: non ci si prende più la briga di cercare una propria verità, una propria opinione, ci si accontenta del 'ready made' anche in campo culturale.

Non si ha tempo e voglia di seguire un percorso di crescita interiore, si salta il problema con tutto il noioso elenco di dati e di operazioni e si vuole direttamente la soluzione, che qualcuno provvede ben volentieri a passarci ben confezionata a puntino.
Dario P III°
2008-07-23 14:24:13 UTC
non solo: ci hai mai fatto caso che in Italia un romanzo diventa famoso solo quando ne esce l'omonimo film (es "Io sono leggenda") e subito dopo il suddetto romanzo viene stampato che ha come copertina la locandina del film? io lo trovo pazzesco sinceramente
2008-07-23 14:47:45 UTC
Che in Italia si legga meno che in Turchia, questo è vero.

E di quel poco che viene letto, la più grossa fetta se la prende La Gazzetta dello Sport (dati ufficiali).

Le cause possono anche essere in parte ricercate nell'approccio che la scuola offre verso la lettura.

Ma è giusto osservare come si stanno modificando gli strumenti di comunicazione e le modalità di comunicazione.

L'immagine prende il sopravvento sulla parola, anche la parola stessa diventa immagine, viene criptata per adeguarsi alla velocità di scambio sempre più accelerata.

Sul web, un testo che supera le 6-7 righe difficilmente viene letto, anche qui su answers riesci a catturare l'attenzione se proponi testi molto esemplificativi e leggibili in pochi secondi.

In realtà ogni giorno recepiamo migliaia di messaggi promozionali o messaggi di segnalazione e quant'altro.

La parola si è inselvatichita al suo stadio primitivo di semplice comando, perdendo sempre di più la funzione di veicolo riflessivo, siamo proiettati costantemente all'esterno, ma assottigliando sempre di più il nostro spessore.
Clo(s)ed
2008-07-25 00:57:06 UTC
E' l'era della teconologia, verissimo, ma la cultura è un'altra cosa. Trovo perfetta l'analisi di quel mazzolin che quoto al cento per cento sull' importanza della lettura.

Sono praticamente cresciuta nella biblioteca del mio paesello, mentre le mie amiche giocavano con le bambole, io poco più che bambina prendevo in prestito i miei primi libri di fiabe. Sempre più affamata di racconti, pian piano sono passata ai grandi classici. Penso di aver masticato di tutto al punto di, poter asserire che ogni "storia" resta un piccolo capolavoro ed io che potevo tuffarmi fra quelle righe e...sognare mi sentivo onorata e fortunata.

Questa è l'epoca dei bignami e dei manualetti da quattro soldi di psicologia spicciola e di testimonianze di vita di soggetti che salgono in auge per aver truffato lo stato ed essere stati in carcere...insomma il potere della parola viene distribuito a cani e porci l'importante è che sia assicurato un tornaconto monetario.

Questo è il problema di oggi... e la società in continuo decadimento di civiltà ne è la dimostrazione, il rispetto lo ha chi più "ha" o "è" e non chi più sa. Sono le parole di un esponente politico di sinistra che stranamente m hanno trovata in accordo. Una volta il "maestro" di scuola era una persona rispettabilissima per la cultura nonostante guadagnasse una miseria. Oggi è diverso. Oggi la cultura non conta, non c'è tempo Maral o si diventa prodotto commerciale o non si è nessuno e noi, perchè qualcuno ancora in libreria ci va, dobbiamo andare a cercare i piccoli tesori dell'editoria scavalcando Corona, Costantino, Valeria Marini tentati all'acquisto di poche pagine e copertine patinate.

Qualcuno dice che fra qualche anno comunicheremo solo con il linguaggio informatico breve, pochi caratteri, coinciso sarà un tentativo macabro di renderci automi?

Non so che genere di insegnanti in futuro avrà mio figlio, di sicuro saranno meridionali (ah Bossi, Bossi!), ma dietro di loro ci sarò io e spero nel mio piccolo di tramandare la passione del veramente "bello", della sensazione di perdersi nei grandi capolavori e attingere da questi la bellezza del linguaggio per cui molti si sono battuti e che dobbiamo preservare.



Abbracci
Federica
2008-07-23 17:16:31 UTC
Bella intuizione.

In effetti, se ti viene insegnato a cercare cose che puoi ottenere con rapidità e facilità, non puoi che aborrire un tipo di piacere legato alla costanza e all'applicazione.

Inoltre, l'osservazione di Bons sulla fantasia è illuminante. The woman in read, poi, mette in luce l'aspetto più pericoloso di questo deleterio e tristemente dilagante comportamento: rischiamo di uniformarci, di non avere più idee giustificate da un percorso conoscitivo vissuto con autonomia, spirito critico, e, soprattutto, in prima persona. E se le nostre idee cessano di essere personali, chi siamo noi? Ciò che la società vuole che noi diventiamo? Siamo vittime, ecco cosa siamo: siamo specchi che riflettono un immagine prestabilita dall'alto, privi di spessore, fragili oggetti che hanno venduto la loro profondità per comprare ciò che costava meno (fatica). E l'ignoranza era in omaggio.

"Certe cose non si possono comprare...".

"...Per tutto il resto c'è Mastercard": a me questa frase dà tanto l'impressione che ciò che non puoi ottenere sventolando una carta di credito non vada neanche considerato.

Questo è il rischio che sto supponendo: quello di lasciarci manipolare. Allora democrazia e libertà saranno solo parole.

Per quanto riguarda le accuse mosse contro la scuola, non saprei: potrebbe fare di più, come, ad esempio, indurre gli insegnanti a compilare liste di libri di qualità che siano nuovi e degli argomenti più disparati per trasmettere agli alunni che dovranno scegliere il messaggio che leggere è attulità e concretezza, è interessante, è novità, è informazione, è aggiornamento,movimento ed evoluzione; d'altra parte, però, devo ammettere che le antologie che ho avuto hanno saputo stimolarmi e che, dato che da me ogni anno un concorso premia gli studenti delle medie e delle superiori che hanno realizzato le recensioni più accattivanti in seguito alla lettura guidata da una lista di libri come dicevo prima, almeno a Firenze e dintorni si fa abbastanza.

Un altro rischio, come mi hanno suggerito le riflessioni di victor m, è che il non coltivare il desiderio di informazione possa impedirci di affrontare problemi più o meno gravi con la dovuta serietà.

Ispirandomi a kalì, concludo dicendo che la lettura potrebbe essere addirittura terapeutica: quale benessere si può ottenere dal sottoporre la nostra mente a una continua frenesia? Il "tutto e subito", infatti, alla lunga priva la nostra mente dei benefici della lentezza, dello scorrere disinteressato con cui più spesso i nostri occhi dovrebbero attraversare la vita (e un libro). Ma veniamo al dunque, all'unica cosa che, in fondo, può interessare tutti: si può essere felici senza questo lento scorrere? No. Perché la sua assenza ci abitua a risultati semplici, il cui contributo non è sufficiente per saziare la nostra sete di benessere (credo che non sia d'obbligo dimostrare l'esistenza dell'impagabile godimento che traiamo da una conquista realizzata con una certa fatica).

Credo, infine, che ci siano molteplici fonti del benessere e che il segreto di molte di queste sia una prodigiosa lentezza nello scorrere.
victor m
2008-07-23 15:13:39 UTC
Se vado in mezzo alla gente sento quasi soltanto parlare di gossip.Le notizie sono pure quelle e l'Italia purtroppo è uno dei paesi europei più consumista.C'è la moda ,il calcio,il papa...e poca voglia di curiosare nei libri.C'è una certa pigrizia culturale,ma si è anche condizionati dalla mass-media,che,a quanto pare,riesce benissimo a mantenere questo livello di cultura...che dobbiamo fare??? In qualche modo dobbiamo cercare di trasmettere ai giovani che la letteratura è una vasta e richissima fonte ma abbiamo anche da " lottare " contra una montagna di reviste da moda,video-games,cosmetici,ecc.che ormai sono diventati altamente contenuto della civiltà.E più importante scegliere l'adatto paio di scarpe che si abbina bene al vestito,che scegliere una tematica letteraria che potrebbe invogliarci ad approfondire.Ma ormai tutta la nostrà civiltà è infetta dalla caccia al prodotto,qualche paese di più,qualch'altro in meno.Quando sono venuta in Italia,Sicilia(sono tedesca),mi sono meravigliata di tre cose in particolare nelle case: L'enorme assortimento di medicine,i pochissimi libri e la televisione accesa anche di mattina.Ci sarà un legame tra il leggere i libri e la civiltà di un paese,ma non saprei quanto sarebbe grande,perchè ci sono sicuramente tanti altri fattori che incidono.Ma è in ogni caso una domanda da farsi.Per me leggere è fondamentale e devo anche dire,che mi da fastidio quando qualcuno insiste su un argomento senza avere sufficiente informazione e sto lì a capire,che magari se avesse letto qualcosa su quella tematica, non starebbe lì a cercare di convincermi su un assurdità,semplicemente perchè la mamma gli ha insegnato di essere forte! Vivo in un paese dove dicono ape ad una vespa(ho trovato niente di meno questo errore in un LIBRO per bambini!!!) e corvo ad una cornacchia....figuriamoci per tematiche più complesse.Leggere una domanda che hai fatto tu è un pò come leggere in un libro di sociologia,per es., e"answers " potrebbe essere un'ottima fonte di scambio culturale.
quel mazzolin di fiori
2008-07-24 04:17:21 UTC
Sono convinta che non solo ci sia un legame, ma che il decadimento sociale, morale, culturale (cioè politico) di una nazione sia diretta conseguenza della scarsa importanza attribuita alla lettura.

Per tanti validi motivi una persona può non avere più il tempo materiale per leggere, ciò che conta però è che abbia letto, che appena può ritorni a farlo, e che senta quindi come una privazione la mancanza del tempo dedicato alla lettura: non è il tempo che gli manca, è il libro che gli manca. Un lettore rimane tale anche quando non può più leggere, perché leggere è una disciplina, come ad esempio la danza: una ballerina anche se non può più danzare, rimane lo stesso una ballerina, la sua disciplina l’accompagnerà sempre e il suo stile, il suo “ritmo”, verrà percepito da coloro che la frequenteranno (influenzandoli più o meno direttamente).



Ma perché è importante leggere?



Prima di tutto leggere serve per “avere le parole”, e le parole servono per pensare e per tradurre i pensieri in parole. Se tu possiedi la parola (e quindi il pensiero) nessuno potrà mai avere su di te l’ultima parola e nessuno potrà mai pensare al posto tuo. Non è mica un caso che la chiesa cattolica prima proibì la traduzione della Bibbia in lingua volgare e poi autorizzò la lettura (e la stampa) delle bibbie solo nelle versioni approvate dal Sant’Uffizio, quelle cioè che contenevano l’interpretazione ufficiale dei testi approvata dalla chiesa. Difatti la libera interpretazione dei testi biblici fu la grande conquista del protestantesimo: non avere intermediari fra sé e il libro (fra sé e la parola scritta) forma la coscienza critica, è quindi la base della libertà di pensiero (è la base della laicità).



La parola è potere: più parole possiedi meno sarai costretto a subire il potere delle parole altrui.



Leggendo impari anche a stare da solo con te stesso, da solo di fronte ad uno specchio e, come insegna la favola di Biancaneve, “lo specchio non mente mai”. Da un buon libro non riceverai mai delle lusinghe, spietatamente ti mostrerà ogni tuo difetto, ogni tuo abbaglio, e questo ti servirà a delimitarti, a tracciare il tuo contorno, a stabilire la tua forma e dimensione, a far sì che nessuno fuor che te stesso possa plasmarti a suo comodo e piacimento.



Le frasi fatte sono pensieri fatti (e finiti), sono cibo da “foie gras”, ben rimpinzato dalle parole che altri ti metteranno in bocca, finirai in men che non si dica sulla tavola del padrone, e sarai persino contento di finirci!



Chi non ha maturato una propria sensibilità estetica, ovvero una propria sensibilità etica (distinguere il bello dal brutto equivale a distinguere il buono dal cattivo), è facile preda del bello (e buono) all’”ultima moda”, che altro non è che la moda di una volta, anzi di “c’era una volta...”, di una fiaba corrotta da una storia destinata a ripetersi tal e quale.



Baci di carta.



*******



x Panter: ti ringrazio ma, per quel che mi riguarda, la “sensibilità femminile” non c’entra, la mia è semplicemente sensibilità da “lettore forte”, a parte questo, mi preme aggiungere una riflessione riguardo alla scuola: certo, è inequivocabile che gli insegnanti abbiano un ruolo importante nel trasmettere ai ragazzi l’importanza della lettura, comunque considero di gran lunga più importante il ruolo della famiglia, questo è un ruolo fondante. Si pensi ai bambini che crescono in una casa dotata di una libreria degna di questo nome, per i quali ricevere in regalo un libro dà la stessa gioia che ricevere la bambola sbrodolina o il furgone dei pompieri, che vedono spesso e volentieri i genitori/parenti con un libro in mano, che fin da frugoletti gli si insegna a sfogliare il librino della Pimpa così come gli si insegna a posare i mattoncini delle costruzioni o a muovere la benna del trattore… questi bambini attribuiranno lo stesso valore materiale e affettivo sia ai libri che ai giochi, gli uni e gli altri saranno un tutt’uno. Ad esempio, il mio nipotino di 3 anni è geloso dei suoi librini dei Barbapapà così come delle sue macchinine, per lui andare in libreria o nei negozi dei giochi è uguale. Oggi poi, che nella sezione ragazzi delle librerie ci sono tanti di quei libri da far voglia (un tripudio di colori!), è facile stimolare i piccoli alla lettura.

Parallelamente alla famiglia, gli insegnanti che ne hanno le capacità potranno ulteriormente incrementare questo “valore del leggere”, ma dubito che possano riuscire a trasmetterlo ex novo, questo perché c’è un distinguo cruciale: leggere è una cosa, studiare un’altra. Il ruolo della scuola è in primis quello di far studiare, i libri che la scuola dà da leggere agli studenti sono connessi allo studio non alla lettura, hanno come finalità primaria quella di integrare il programma di studio non quella di trasmettere l’amore per la lettura, questa finalità è secondaria. E così chi non ha ricevuto dalla famiglia un’educazione all’amore per la lettura collegherà inevitabilmente il leggere allo studiare, e lo disprezzerà (è un dovere, non un piacere). Per quanto un insegnate sia appassionante durante le sue lezioni, queste di per sé non bastano ad infondere l’amore per la lettura, a collegare il leggere alla gioia di leggere (al gioco), tutt’al più riuscirà a rendere interessante lo studio della sua materia.

Certo, ci sono le dovute eccezioni, ma prova ad immaginare un bambino che cresce in una famiglia che in casa non tiene dei libri perché “occupano dello spazio” (poi magari ha un televisore maxischermo in ogni stanza), che non vede mai i genitori/parenti con un libro in mano se non sotto l’ombrellone con un John Grisham (lui) o una Sophie Kinsella (lei) imbrattati di olio solare, granelli di sabbia e ghiacciolo alla menta, che insomma non vengono mai stimolati alla lettura… secondo te, cosa potrà mai fare un insegnante con un bambino/ragazzo che riceve questo tipo di educazione? Ciao!



x Clode: ti ringrazio, anch’io ho apprezzato e ammirato il tuo intervento!



***



x Panter: mi sa che hai frainteso perché io sono solo una zia! Condivido il tuo discorso sugli insegnanti sempre meno rispettati sia dai genitori che dagli studenti, e che i ragazzi subiscono enormemente le influenze esterne al nucleo famigliare, ma ripeto, qui non si sta parlando di studio ma di lettura. Come ho già detto il ruolo della scuola è quello di far studiare e, magari, già che c’è, di far amare lo studio, leggere è un’altra cosa… Scommetto che ciascuno di noi ha conosciuto studenti modello che però non amavano leggere o, al contrario, studenti mediocri che però amavano leggere (studiare e leggere sono spesso collegati, ma non sono, e non dovrebbero essere, inseparabili). A parte chi lo fa di professione, il periodo dello studio prima o poi finisce, chi ama leggere invece non smette mai del tutto di farlo: studente non è sinonimo di lettore. Chi invece ha irrimediabilmente collegato il leggere allo studio (non avendo ricevuto dalla famiglia l’imprinting all’amore per la lettura, e lo stimolo a tenere separate le due cose) quando smetterà di studiare, smetterà anche di leggere. Eccezioni a parte, ovvio.

La scuola, per sua costituzione, non può tenere separato il leggere dallo studiare, non può neanche disgiungere il piacere/valore della lettura al dovere dello studio: questo è compito dei genitori/parenti. Buona serata.



x Maral: Se ben ho capito, tu sostieni che la società esercita un’influenza così massiccia sull’individuo che l’influenza (e la responsabilità) della famiglia e della scuola è da ritenersi marginale o, per lo meno, compromessa… come darti torto? in effetti il ruolo del genitore è fondante ma non decisivo. Ciò non toglie che è dalla famiglia che ha inizio l’individuo, il lettore, il cittadino (la società che altro è se non un insieme di cittadini?). Un genitore che non legge mai, che nemmeno tiene dei libri in casa, che il “valore della lettura” manco sa cosa sia, potrà mai dire che suo figlio non legge per colpa della scuola, della società e dei media? (anzi, non si porrà manco il problema). Al contrario chi ama leggere e ha, con cura, cercato di far sì che suo figlio faccia altrettanto può, a ragione, dire che l’eventuale svalutazione della lettura da parte di suo figlio è da attribuirsi (indole a parte) all’influenza negativa della scuola, della società e dei media. Il dito puntato contro è giusto solo se prima lo si è puntato contro se stessi, se nasce da una sincera autocritica.
2008-07-23 15:10:17 UTC
si il legame c'è eccome. la crescita culturale di un individuo si basa non solo sulla conoscenza ma anche sulla capacità di relazionare le proprie idee rispetto a quelle di altre persone, e ciò avviene anche attraverso la lettura che ormai con l'avvento della tecnologia sta andando a farsi benedire(nn dico che tutti non leggano ma che la maggior parte nn lo fa o se lo fa pochi leggono libri non sempre degni di questo titolo). ormai se chiedi a un giovane a un ragazzo o ad un bambino se gli piace leggere nella stra grande maggioranza dei casi ti dirà che odia farlo. questo è la testimonianza che la nostra civiltà si stà evolvendo in peggio e che le tecnologie se non controllate rischiano di soffocare la nostra fantasia che si stimola con la lettura. io amo leggere ma molti dei miei amici lo trovano solo un obbligo dato dalla scuola o una perdita di tempo mentre starebbero ore seduti a fondersi il cervello davanti alla play. spero solo che la società italiana che si sta trasformando in una massa di ignoranti riesca a riscoprire i suoi valori e anche il piacere della lettura stimolo importante. per fare ciò bisognerebbe avere si una voglia di sapere di conoscere ma anche essere educati fin da piccoli a leggere e a vedere i libri come li vedo io ,e penso anche come li vedano altri lettori, come amici, come dellle zattere a cui uno si può aggrappare per non cadere nell'oceano dell'ignoranza che si espande a vista d'occhio.

però sono un poco ottimista perchè ho capito che si può rimediare anche in età più avanzata. mio padre ha scoperto dopo aver sposato mia madre accanita lettrice il piacere di leggere e da allora divora libri, perciò penso che se noi lettori riuscissimo a far rivalutare i libri la società potrebbe progredire culturalmente e vivremmo di sicuro meglio. LA LETTURA è IMPORTANTE PER FARCI CRESCERE E DIVENTARE CONSAPEVOLI E NON PECORE A SERVIZIO DI LUPI!! spero solo che il degrado in cui stiamo cadendo (di cui il più lampante esempio sono i politici che dovrebbero essere i rappresentanti del nostro paese, e che invece non fanno altro che accaparrarre il potere e dare il peggio di se anzichè assolvere i loro doveri nei notriconfronti) finisca. concludo con l'appello a tutti i lettori di non lasciarsi scoraggiare e di continuare a leggere anche se stiamo diventando una razza in italia in via di estinzione(quasi quasi chiamo il wwf) scusa se ho un po' divagato ma mi volevo sfogare!!
2008-07-24 05:01:22 UTC
Più che rispondere, voglio associarmi a quel che dici.

Non sai quanto questa situazione di castrazione generale mi dà sui nervi!

Sì, perchè di castrazione si tratta. Scrivere è il mezzo della narrazione, e la narrazione è pura potenza intellettuale. Coloro che non apprezzano ciò che di vivo una mente può produrre sono dei castrati.

Gli uomini sono sempre state creature "narrative". La nostra è una storia narrata. E la narrazione ha un lungo strascico di conseguenze: interpretazione, rielaborazione, assimilazione, rigetto, memoria. In una parola, cultura.

In Italia tutto ciò si sta perdendo. Le librerie strabordano di clienti, ma a ben vedere sono "lettori" di best-sellers di dubbio gusto. Si confonde la letteratura con la letterarietà. Conoscere l'alfabeto e qualche regola grammaticale non ci fa né scrittori né lettori.

"Il lettore è colui che legge con una matita in mano", non mi ricordo chi lo disse. Ed è vero. Il lettore crea. In Italia, invece, la fantasia è stata uccisa, l'invenzione, la creatività. L'ignoranza dilaga e uccide. (Esempio. quelli che schiattano per una pasticca di Extasy sono IGNORANTI relativamente a: droghe sintetiche e affini. A meno che non vogliano volontariamente schiattare per farla finita con questo mondo crudele.)

Non voglio essere retorica, non voglio essere snob ma... quando sento la gente che dice di non amare la lettura (e pretende anche di mettere il becco in questioni che per forza di cose non può conoscere!) divento una iena. Rinnegare l'atto del leggere, visto che quasi tutto lo scibile umano è stato tramandato in forma di scrittura, mi sembra una cosa abietta, di cui vergognarsi. Abbiamo la fortuna e l'onore (a questo punto non meritato) di aver frequentato scuole ed università, di vivere in una società consumistica e piena di comfort, di poterci grattare il sedere la maggior parte del tempo, e osiamo sputare sul piatto succulento che ci è stato offerto, sprecando il nostro "otium" in attività sceme ed inconcludenti.

Invece di perder tempo davanti ai videogiochi e a tutto ciò che ci annichilisce il cervello già quasi spento, aprire un libro rappresenterebbe un miracolo d'intelligenza.



E poi ci andiamo a lamentare dei governi che ci capitano! (Ogni paese ha il governo che si merita.)
2008-07-24 03:30:46 UTC
Errata corrige. Quando scrivi "in questo paese strabordante di sentimentalismi ci sentiamo tutti poeti e romanzieri" non pensare alla vera poesia ma pensa a Moccia. Pensa a tre metri sopra il cielo. Questo è il sentimentalismo moderno. Perchè, se tutti fossimo davvero sentimentalisti sinceri, magari un pò romantici come Leopardi, capendo il senso reale del sentimento, in Italia avremmo fior fior di poeti. E invece ben sappiamo qual è il ruolo della poesia in Italia. Poesia? Cos'è la poesia? No, mi dispiace non vado più a scuola. Questa è la poesia in Italia.



Per il resto, che la parola sia più avvincente dello scritto è chiaro. Eppure la lettura è un esercizio di intelletto fondamentale: fa muovere, pensare, ragionare. E non essere sempre passivi di idee esterne preconfezionate, urlate da un pulpito, che sembra avere sempre più importanza. Intendo dire che di fronte a un discorso c'è sì possibilità di ragionare, ma si manca di capacità critica, se non si è abituati a criticare. La critica viene proprio dalla lettura. E aveva ragione Proust quando diceva che la lettura non è altro che un modo per un introspezione dell'Io. Cioè, noi lettori siamo sempre i protagonisti e ci rapportiamo con quella storia che può diventare nostro riflesso, o esattamente il contrario. La lettura contiene una riflessione implicita critica che sta mancando. Per questo la poesia non ha più valore.



E Bossi impera, urla, sbraita, insulta e ha successo. Non che l'urlo in sè sia sbagliato, ma c'è sempre qualcosa di sbagliato nel suo messaggio. Perchè quando urlava Berlinguer era tutt'altro discorso. Lui che per gli urli appassionati è morto da quel palco.



Ciao
.......
2008-07-23 15:14:51 UTC
Non saprei dare una risposta netta. Sicuramente è specchio di come va una società e gli individui che ne fanno parte. In un mondo in cui è la velocità a farla da padrone, leggere è forse una cosa troppo lenta.... e allora ben venga con le cose più frenetiche. Penso abbia a che fare anche con la capacità di tollerare l'attesa, la gratificazione differita contro il tutto subito. Ovviamente il termine civiltà ha valenze diverse. Per me correre allo spasimo non è civile per la mia salute mentale.
Panter [I am the original]
2008-07-25 00:13:03 UTC
Maral, è l'era della tecnologia!!



I giovani e anche noi più grandi, preferiamo attingere da fonti più veloci, magari dai sunti ma che riportano le uniche frasi e concetti degni di ricordare. Internet ne è un esempio e tutte le librerie delle case sono piene di enciclopedie mai sfogliate.



Sai dirmi nel mare di schifezza letteraria in vendita, come si fà a decidere di scegliere un libro al posto di un altro, e oltretutto tra libri che sembrano solo trattati politici o problemi sociali? come si fà a sciegliere quando comprando un best seller ti accorgi che è una bufala immensa?



Molti dicono che i giovani hanno bisogno di libri che insegnino a parlare e a come disquisire. Ma per questo non c'è problema, ci sono piccoli libri dove poche parole e grandi pensieri vengono espressi in poche pagine senza stancare, e.. di quelli mi sembra se ne vendano tanti. Io penso che in Italia non è che si legge poco, ma che si scrive troppo, troppe parole e pochi concetti.



Anche la scuola con i suoi metodi superati e con professori (certo non tutti) che non sanno pronunciare la lingua italiana e usare correttamente i congiuntivi, non invogliano certo gli studenti ad amare la letteratura.

Come possono quei giovani che si sono divertiti con le esilaranti declamazioni dei loro professori (ripeto non tutti), che hanno commentato i testi di letteratura come abili cabarettisti, come possono cercare il gusto di leggere libri quando a leggerli non sono stati educati?



Oggi sembra che la civiltà di un paese sia proporzionale all'impiego della tecnologia, anche se molti se ne dispiacciono.



ciaao



@Clode

sai bene quanto apprezzi quello che scrivi e come ti esprimi, non c'è da cambiare una virgola a quello che dici, ma.. io ho voluto dar risalto alle cause che portano i giovani (nella media, non dico tutti) a disinteressarsi della buona lettura, e nelle tue righe leggo anche questo.



La scuola è e stà diventando una farsa, non ha più autorità e quella serie di compromessi tipo "crediti" e "debiti" finiscono col lasciare la maggior parte degli studenti con grossi debiti nei confronti di se stessi.

Il liceo è molto diverso da quando l'ho frequentato io, e l'indirizzo tecnico tira fuori degli elementi che non sono capaci neanche di fare una relazione tecnica in un italiano comprensibile.



Sentiamo politici laureati (pochi per fortuna) che parlano in maniera incomprensibile... e di chi è la colpa se non della scuola?



E che dire di quei docenti e professori istituzionali che nella riforma della scuola non sono capaci di riportare la scuola ai veri valori. A cosa è servita loro la cultura universitaria se non sono capaci a modernizzare la scuola senza sminuire l'importanza di certe materie. Oggi si pensa solo ai diritti civili degli studenti, ma non a trovare un metodo d'insegnamento che faccia "innamorare" dello studio gli studenti. Scuole private che pensano solo a far quattrini.



La maggior parte degli studenti escono dalla scuola come i detenuti escono da un istituto di pena.

E' chiaro che cercheranno libri di evasione, di pettegolezzi, di contestazione e non di quella letteratura che non gli si è insegnato ad amare.



Io ho un contatto che vive in inghilterra e insegna letteratura inglese e italiana, e mi racconta che lì la scuola è un'altra cosa, dove l'autorità dell'insegnante è rispettata, e mi dice che non verrebbe mai più ad insegnare in una scuola italiana.



Allo stato attuale, benvenuta tecnologia che con un mezzo come internet ti permette di accedere a tutto e anche agli elenchi e ai sunti descrittivi dei libri in commercio e da questi saper decidere cosa leggere.



Per il resto, sulle tue affermazioni e quelle di Mazzolin nulla da eccepire; la sensibilità femminile esprime sempre al meglio tali concetti.



@Mazzolin

la sensibilità femminile la riferivo al modo di descrivere i concetti cogliendone l'essenza là dove quella maschile trascura.



Avevi espresso chiaramente quello che avevi precisato ed ero d'accordo. Ora ne esce il senso materno teso a proteggere i propri figli, volendo che i figli degli altri fossero tutti come i tuoi.

Non hai considerato che non tutti i genitori possono essere come te?

Per arrivare a quello che intendi, ci vorrebbero almeno 2 generazioni e non è detto che possano bastare perchè l'età critica dei ragazzi inizia dai 13 anni in su.

I "bimbi" non si innamorano della lettura perchè spronati, ma perchè i contenuti solo adeguati alla loro età e non sono tanto le parole ad attrarre quanto le immagini. Ai bimbi di 5 o 6 anni, basterebbero anche solo i libri scolastici (molto attraenti per altro) ma ne hanno a disposizione sempre altri che se non donati dai genitori, lo saranno da parte di parenti e amici dei genitori.



Il problema nasce dalla prima media in su, quando il tempo che i ragazzi passano nella scuola, è superiore al tempo che essi passano con i genitori, in quanto nel tempo rimanente devono studiare, vedersi con gli amici, seguire qualche disciplina e dormire. Quanto tempo stanno con i loro genitori? Quanti genitori sono veramente all'altezza di seguirli durante queste ore?



Se è vero che i ragazzi prendono ad esempio dai genitori (come lo è), non credi che sono portati a prendere esempio anche dal mondo esterno e dai compagni di scuola? i ragazzi quando incominciano a prendere coscienza di se stessi cambiano e se non c'è una scuola autoritaria, essi si ribellano e per principio e spirito di emulazione verso qualcuno, iniziano a beffeggiarla e gli viene permesso.

Il gruppo cambia i singoli e la scuola diventa importante più che mai, altrimenti pochissimi ragazzi ne usciranno illesi, e a volte non per merito dei genitori, ma per merito del proprio carattere capace di aver accettato l'educazione e il buon esempio dei genitori.

Non bisogna dimenticare che la scuola non interviene a posteriori, la scuola interviene fino dalla tenera età di 6 anni e, specialmente ora, li segue fino ai 18 anni, alla cosiddeta età della maturità.



Nella scuola di oggi, gli insegnanti fanno quello che gli studenti vogliono perchè la scuola è considerata solo un obbligo e gli insegnanti, anche se bravi, non hanno l'autorità che dovrebbero poter esercitare, e per essere accettati dovrebbero affascinare, ma.. quanti ne sono capaci?



In conclusione, senza voler smentire quello che dici e che è condivisibile... io dico che anche i grandi e soprattutto i cosiddetti intellettuali dovrebbero pensare a ricostruire la scuola e con il cervello e non sulla base di concetti etici inutili. Perchè non insegnamo ai genitori che a scuola i loro figli non possono avere sempre ragione?

ciao



@Mazzolin e valido anche per Maral



figli o nipoti è la stessa cosa, sempre sentimento materno è.

"l’imprinting all’amore per la lettura", come dici, non è qualcosa che si può imporre ma è solo uno stimolo e nessuno meglio dell'insegnante lo può trasmettere cercando di far vedere il libri di studio non come mezzo di conseguimento di un voto ma come mezzo di conoscenza per se stessi.



Ma poi, sei proprio sicura che a tutti coloro che leggono libri rimangano le parole giuste per affrontare il dialogo con altri e che invece non imparino di più dialogando con molti? e che per ciò che non sanno sia meglio attingere a concetti facilmente trovabili su Internet?

Io la vedrei molto dura se quest'ultima possibilità non ci fosse.



Oltre a leggere, io spronerei ad apprendere meglio come usare un mezzo tecnologico come Internet.

I libri lasciamoli solo a chi da essi si sente di approfondire o a chi vuole solo trarre delle emozioni!



ciao e buona domenica



@Maral

ti dò la mia conclusione perchè quando tornerò la domanda sarà chiusa.



Quando ho sete, almeno io, preferisco più una gazzosa piuttosto che un barolo d'annata; quello lo lascio agli intenditori che non rappresentano la massa.

Ostriche e champagne sono prelibate.... ma quanto sono buoni i bucatini alla amatriciana!

ciao
bons
2008-07-23 14:25:50 UTC
ti scrive uno ke ha letto il signore degli anelli:

le persone nn leggono xk sn legate troppo alla tecnologia...mette da parte la fantasia per rimbambirsi di fantasia già creata dagli altri e ke diventa monotona xk nn è originale cioè nn viene dal cuore...infine questo comporta il sostituire la fantasia alla realtà xkè nn si sfoga più sui libri ma su ciò ke ci circonda...le conseguenze sono ke la vita civile è diventata superficiale e irregolare cioè incivile
Brunilde
2008-07-23 14:53:47 UTC
Il legame c'è ed è una grandezza direttamente proporzionale.



Il problema, purtroppo, arriva da lontano. Come si può pretendere che i ragazzi amino i libri quando, per imparare a leggere sono costretti a sorbirsi antologie ricche di brani stupidissimi e retorici.



Avete mai sfogliato un libro di lettura per le elementari?

E un'antologia delle medie?



Quando impareremo ad usare i libri di testo per trasmettere piacere, gusto e bellezza, anzichè per veicolare messaggi politici, interculturali o ambientali, forse vedremo i nostri ragazzi sfogliare un libro piuttosto che imbambolarsi davanti alla tv.
I 2 tesorucci di mamma
2008-07-23 14:21:22 UTC
il legame c'è ovviamente !!!



leggere tanto equivale ad ascoltare , i sogni i pensieri le idee di tante altre persone di diversa cultura e nazionalità quindi ci permette di apprezzarsci di piu ' l'un l'altro



ciauz
soraya
2008-07-23 14:20:40 UTC
amo leggere.. non so come si faccia a stare senza un libro sul comodino (e che non stia lì solo a prender polvere). bossi, scusate la parola, è un p.i.r.l.a... nel 2008 ancora con le discriminazioni tra nord e sud, e da chi provengono?

da coloro che rappresentano il governo! che vergogna... come può migliorare l'italia se sono i politici stessi a peggiorarla?!? comunque evviva la lettura.. e soprattutto EVVIVA IL SUD!!!
2008-07-24 07:45:20 UTC
sono convinta che ci sia un legame tra le due cose: basta guardare la situazione del nostro Paese.

la lettura porta cultura, riflessione, formazione di opinioni proprie: è evidente che ce ne sia poca in uno stato in cui governa il proprietario delle televisioni con la sua fedina penale non proprio immacolata; a me sembra la prova che qui si preferisca non la persona più competente, ma quella più "simpatica".

Comunque, politica a parte, la lettura è importantissima e io per prima non riuscirei a non leggere, mi sentirei vuota.
alice cascherina
2008-07-26 02:55:13 UTC
Dopo aver letto le precedenti risposte mi viene da sottoscriverle (la presenza di un solo pollice verso mi dà ragione).La migliore risposta a questa interessante domanda è data dalla somma di tutte le risposte. Ho solo una modifica nella risposta di Panter: sostituire la parola autorità (degli insegnanti) con autorevolezza. Sembra quasi uguale ma oggi la scuola è in grande difficoltà proprio perché studenti e relativi genitori non danno per scontata "l'autorità" della scuola come un tempo quando la parola del maestro/professore non era messa in discussione e per questo oggi l'insegnante deve (giustamente) dimostrare la propria competenza e professionalità per essere autorevole.L'insegnante autoritario usava punizioni e bocciature, l'insegnante autorevole conquista i suoi studenti usando competenza didattica-psicologica-sociologica-multimediale....e questo non a tutti riesce.
2008-07-23 21:05:07 UTC
il legame c'è, è dimostrato che i paesi che hanno 1 scuola che funziona sono più civili.

dobbiamo considerare che in italia si legge pochissimo anche se io ho superato alcuni momenti molto brutti grazie alla lettura che mi porta a rilassarmi e ad acculturarmi con piacere.
2008-07-23 14:28:45 UTC
non necessariamente......

mein kampf

il libretto rosso di mao

e altre simili amenità



sono state lette da molti milioni di persone.



non è il volume, ma soprattutto la qualità, la varietà, la libertà di quanto circola su carta (libri e giornali, mensili , settimanali...) .

Se tutti leggessimo i romanzi di LIALA a quintali , o tutti quardassimo alla tv solo tetteculiepagliacci, cosa miglioreremmo della nostra civiltà?.

Io un pochettino di paura ce l'ho.

ciao ciao.
2017-01-05 20:55:34 UTC
Ho sentito spesso questa massima sul fatto che gli stranieri rubino il lavoro agli italiani... Ma in realtà credo che l'italia abbia avuto e continui advert avere i problemi che ha indipendentemente dagli stranieri che ci sono. Un paese che non sa gestire i propri abitanti (come l'Italia) inevitabilmente non è capace di gestire neppure gli stranieri.Uno che sa gestire i primi,riesce a gestre anche i secondi. Basta guardare l'esempio dei paesi nordici: l. a. cultura e le condizioni demografiche permettono allo stato di gestire i cittadini quasi alla perfezione,stranieri o "autoctoni" che siano.
2015-02-05 13:01:56 UTC
Su Amazon ci sono diversi libri che trattano il tema calcio. Ti consiglio di visitare questa pagina del loro sito in cui c'e' un elenco e in cui potrai leggere recensioni, giudizi e commenti che ti aiuteranno a rispondere alle tue domande.



Ecco il link http://bit.ly/1CxRkEv
pafa22000
2008-07-24 14:45:39 UTC
non so da te ma dalle mie parti i "gigioni" non urlano dalle finestre............e conosco molte persone che leggono..........io leggo moltissimo....sono l'unica in famiglia insieme a mio figlio..........i miei non leggono, non so da chi ho preso.....ma non credo che la lettura sia sinonimo di evoluzione.
2008-07-23 14:16:04 UTC
.....odio leggere


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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