Domanda:
Esercizio di legalità ed ipocrisia: lettori universitari che dicono NO al pdf, rifiutate anche le copisterie?
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2013-10-14 04:39:15 UTC
Non è polemica ed io, personalmente, sono infastidita dalle richieste di pdf che circolano in sezione nella misura in cui queste siano dovute alla pigrizia di soggetti che intasano una categoria riservata ad altre argomentazioni e che ignorano l' esistenza di siti, legali o meno, presso i quali sono facilmente reperibili le loro richieste. Mi infastidiscono la totale mancanza di autonomia e lo sfruttamento della sezione; in misura minore mi turba invece la lesione dei diritti d'autore. Questo perché credo sia il sistema ad essere condannabile, e non penso si possa delegare efficacemente la responsabilità a singoli che non hanno la civiltà necessaria all' autoregolazione in un contesto che offre vie facili e comode.

Evidentemente leggerei un atteggiamento inverso come ipocrisia dal momento che, purtroppo, l' illegalità è talmente diffusa (ma comunque ingiustificabile) da non sottrarre quasi nessuno al suo raggio. Nel momento stesso in cui visioniamo un video musicale su YouTube che comporta violazione dei diritti d' autore (escluse determinate circostanze) e non pubblicato dal titolare originale del contenuto, siamo partecipi noi stessi di una azione non lecita del tutto a sfavore di chi ha creato l' opera e si vedrà penalizzato in quanto YouTube, sito assolutamente legale, anche quando non si verifica violazione sostanziale, scoraggia (è innegabile) dall' acquisto del cd o comunque di qualsiasi altro formato musicale a pagamento (senza contare i converitori da YouTube a mp3, che ho appena scoperto). Allora, qual è il parametro oltre il quale non è tollerabile ignorare il diritto d'autore? Qui si cadrebbe su quale sia la definizione dei limiti dell' azione morale e non mi sembra il caso, dunque tralasciamo.
La domanda è rivolta a chi è tuttora od è stato a suo tempo studente universitario, ma anche a chi si trova di fronte a situazioni simili: vi servite delle copisterie, quegli antri presso i quali acquistare libri universitari interamente fotocopiati, o, in forza della vostra posizione battagliera nei confronti della legalità scegliete il libro originale?
Personalmente, ho sempre acquistato libri originali. Non sono paladina dell'onestà, o meglio, ci sono altri motivi di forza maggiore che mi hanno spinta a questa scelta: l'alta frequenza nell' analisi di grafici rispetto ai quali una fotocopia in bianco e nero me ne avrebbe reso difficile la comprensione; la repulsione verso libri dalle quali spirali o rilegatura mal eseguita si staccano fogli (uso molto i libri: sottolineo, aggiungo post-it, giro e rigiro le pagine, li consumo.)

A voi, prossima al martirio.
Dieci risposte:
2013-10-14 11:32:14 UTC
Solo una piccola nota, che risulterà impopolare ma che ritengo importante.

Nei vari interventi, e non solo in questa domanda, tutti dichiarano di essere consapevoli che la violazione del copyright non sia cosa lecita ma allo stesso tempo tutti si affannano a motivare le ragioni per le quali praticamente se ne disinteressano: "I libri sono troppo cari, chissà cosa ci guadagnano le case editrici, ma lo fanno tutti, e allora tutti quelli che scaricano filmati o musica, ...".

Facendo le debite proporzioni, qualunque reato perpetrato ha sempre, alla sua origine, una motivazione più o meno condivisibile, ciò non toglie che si venga perseguiti. Ma non è tanto l'aspetto legale quello che mi preme sottolineare quanto la coerenza con i propri convincimenti. Se una qualunque azione la considero illecita non la compio, senza se e senza ma, in caso contrario non dovrei offendermi se mi si accusasse di ipocrisia.

Durante i miei trascorsi universitari non avevo a disposizione molto denaro, per mantenermi e seguire i corsi facevo due lavori (notte compresa) ma non ho mai usufruito delle copisterie o di copie piratate. Quando potevo acquistavo i libri, se non ce la facevo mi rivolgevo al servizio prestito libri dell'università oppure acquistavo i libri associandomi ad altri studenti, rivendendoli dopo l'esame, per comprarne altri oppure acquistavo le dispense presso la CLUED (editrice universitaria). L'avvento di internet mi ha poi facilitato le cose permettendomi di entrare nelle librerie di mezzo mondo e, legalmente, scaricare ciò che mi interessava. La cosa più curiosa è che ad usufruire di materiale di dubbia provenienza erano i compagni di corso appartenenti a famiglie ad altro reddito e che usavano i soldini destinati all'acquisto di libri, per soddisfare altre passioni.

Voglio sperare, sempre per coerenza ed onestà intellettuale, che quanti interpretano così "elasticamente" la legge per i propri piccoli misfatti, non siano gli stessi pronti a puntare il dito contro politici, truffatori e lestofanti di vario genere che, in fondo, hanno pur essi motivazioni per trasgredire.

Non è l'entità ma il principio.



@Francesco Marchesi – Nessuna censura alle tue idee, ognuno ne risponde alla propria coscienza ed eventualmente alla legge. Il tuo è comunque chiaro come discorso “Visto che c’è chi imbroglia, froda, prevarica, perché non devo farlo anch’io ?” Tu lo definisci “combattere da dentro” ma quando questo agire ha come fine ultimo esclusivamente il tornaconto personale questa non è più lotta al sistema ma opportunismo.

Parli di meritocrazia che a tuo dire non esiste dimenticando che per anni gente con i tuoi stessi ragionamenti hanno infestato l’università affermando che non doveva esistere, esigendo il “18 politico” e combinando, con professori compiacenti, “gli esami di gruppo”; quando per avere lauree facili, studenti politicizzati si iscrivevano nelle università di Bologna o Padova perché là alcuni insegnanti davano più peso all’appartenenza ideologica che alla conoscenza della materia. Tu dov’eri nel ’68 e negli anni immediatamente successivi ? Io c’ero e se avessi pensato che le manganellate della “celere” sarebbero servite a farti scaricare gratuitamente i PDF, ne avrei fatto tranquillamente a meno.

Sbandieri il “diritto alla cultura” dimenticando che la cultura non è qualcosa che deve discendere dall’alto per “grazia divina” ma è un obiettivo che occorre perseguire con sforzo, tenacia, passione e che nulla che non preveda impegno personale può gratificare e far crescere. La prova si ha leggendo i post e le richieste che ci sono in quest’area, per l’80 % proviene da chi considera la scuola un peso e si considera vittima sacrificale, pronta tuttavia a scaricare le proprie responsabilità chiedendo di farsi fare i compiti. Oppure consideri un elevato impegno culturale le richieste di PDF di “50 sfumature di grigio” o la saga “di Harry Potter” ?

La cosa che poi mi indispone è che tu, senza conoscere niente di me, ti permetta di affibbiare etichette (borghese) nella stessa maniera di quelli che danno del fascista o del comunista, a seconda dei gusti, a chiunque abbia opinioni differenti, indiscriminatamente, e non solo senza conoscere il significato dei termini sentiti e mai capiti ma, soprattutto, per incapacità di condurre in maniera civile un dibattito competente. Questo è l’atteggiamento dei fondamentalisti.

Morale della favola, copia e scarica tutto quello che vuoi, poco m’importa, ma evita di assurgere a paladino di una rivolta (cercando di nobilitare un’azione concettualmente riprovevole) che, nell’anonimato di un post, ha le gambe corte ed il respiro asfittico.
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2013-10-14 07:18:35 UTC
Guarda, non so se c'entra esattamente con la domanda, ma posso dire quale è la mia esperienza e posizione.

Io penso che il pfd - posto che questo non rimane un mercato nero e che è un sito di domande e non di richieste/scambi - e l'eBook in generale siano delle grandissime risorse per i lettori, perché permettono:

a. di leggere libri magari fuori commercio;

b. di leggere gratuitamente un libro sul quale si hanno dubbi riguardo all'acquisto, ma che incuriosisce: in diversi casi mi è capitato di scaricare un libro per curiosità e poi di comprarlo con annessi seguiti;

c. di leggere di più, perché i libri costano, è innegabile, non tutti si trovano in biblioteca, e alla fine si deve fare una cernita. se questo accentuerà un minimo di senso critico e si comincerà a comprare solo i libri che meritano - utopia, lo so - non ne viene male;

d. fa pubblicità a libri e autori, portandoli alla conoscenza/lettura di più persone e aumentando le vendite.



Fatta questa premessa, a livello universitario il discorso è simile. I libri universitari costano anche di più - spesso più di cento euro l'uno - e diventa naturale ricorrere alla copisteria, con tutto il rispetto per l'autore e la CE che sicuramente ci lavorano, ma francamente certi prezzi allucinanti li trovo del tutto ingiustificati (e mi piacerebbe sapere in che percentuale vanno all'autore).



Riguardo all'università, quando potevo optavo sempre per i libri originali. Ma a fronte di un libro di economia che costava settanta euro e del quale avrei dovuto studiare solo un terzo delle pagine, ad esempio, penso sia comprensibile il perché abbia scelto un'altra strada.



Ma il problema secondo me è anche un altro. Da universitaria, sto preparando la tesi. E ci sono stati un sacco di libri che sarebbero stati utilissimi per l'argomento che sto affrontando, ma che erano disponibili soltanto in versione cartacea e solo, ad esempio, nella biblioteca dell'università del MICHIGAN.

Ed è in momenti come quelli che mi incavolo come una bestia contro chi si scaglia contro il pdf a spada tratta, a prescindere.

Perché il pdf viola in parte il diritto d'autore, è vero, ma diffonde la lettura/la cultura. E questo secondo me dovrebbe rimanere un elemento prioritario - posto che OVVIAMENTE è giusto pagare qualcuno per il lavoro che ha fatto. Se i prezzi e la distribuzione dei guadagni fosse più equilibrata magari, ma magari, il problema diventerebbe meno grave anche per le CE.
baraob
2013-10-14 05:26:07 UTC
Acquisto sia libri originali che fotocopiati, scarico spessissimo i pdf. Se avessi i soldi li comprerei tutti, ma dal momento che non li ho, beh, mi attacco. Questo mio modo di fare, naturalmente, è applicato pure alla musica.



Generalmente compro un libro se questo mi attira particolarmente e/o è considerato una bibbia del genere e quindi se dovesse risultare immancabile per la mia (modesta) libreria scientifica. Purtroppo questo non mi è sempre possibile, per ovvie limitazioni economiche.



Sulla prima parte della domanda mi sento di dire che ormai stiamo andando verso il sistema operativo con un solo bottone, evidentemente l'individuo medio che chiede un pdf su answers trova più semplice e veloce in termini di 'hop' (da sito a sito) chiedere su answers e avere la pappa pronta, piuttosto che cercare su google e rischiare fastidiosi fallimenti (?). Poveraccio, mica ha tutti i torti, la tastiera si consuma e i tasti di 'invio' non li fanno più come quelli di una volta...
нσρє є fυтυяє тяυикѕ
2013-10-17 03:29:11 UTC
Io sono una poveretta e per questa ragione ripiego sui libri usati. La maggior parte dei miei esami li ho superati con libri di altri e poi ho rivenduto questi testi e con i soldi mi sono fatta un regalino: con un esame di didattca della lingua italiana superato con 22 ho preso un libro a poco prezzo ma con l'ultimo esame che ho fatto visto il voto molto alto mi dovrò regalare un bel Mammut!

Insomma, prima compro il libro, poi supero l'esame e infine mi vendo il libro col quale acquistare nuove letture; poi sei soldi non bastano vado a lavorare e ho anche lavorato in nero come una serva a 10 euro per 7/8 ore lavorative, comprendendo il significato reale di questa parola.



A volte i prof hanno fatto menzione delle copisterie consigliando di acquistare lì i libri o i frammenti di libri necessari per l'esame, e se sono frammenti li acquisto volentieri (perché cosa me ne dovrei fare del libro intero se mi serve solo il secondo o il quarto capitolo?). Altre volte si fatica a trovare i libri necessari e allora vado dalla mia amica libraia e ordino i testi come ho fatto per Filologia o per Storia dell'Arte Medievale o anche per Letterature Comparate.

Altre volte ancora l'esame si basa su dispense e lì puoi solo andare nella copisteria e richiedere quelle 10 o 15 pagine scritte da lei. Poi ci sono gli esami che per superarli ti chiedono in anticipo di sborsare più di 300 euro, e lì non ci vedo più, tant'è che io non ho acquistato quei libri, ho studiato sugli appunti (e l'ho superato comunque perché avevo già letto le opere poeti elegiaci latini per conto mio alle scuole superiori quindi li conoscevo).

Secondo te sono attaccabile? :D

Ciao Chiara.



P.S. Però vorrei denunciare una cosa. È anche vero che fotocopiarsi i libri è illegale, ma sarà anche vero che un professore universitario che mette 70 di prezzo per un libro e 400 euro complessivi sa spendere solo per il suo esame non si rende conto che in università ci sono anche persone con un reddito molto basso. Non è normale una cifra simile, anche se si tratta di un'università e anche se si tratta di un esame importantissimo.

Con questo non voglio giustificare coloro che acquistano le fotocopie dei libri, ma voglio soltanto dire che spesso e volentieri sono gli stessi professori a rendere difficoltosa la legalità. Se le tasse hanno superato i 700 euro, i libri costano quanto un lingotto d'oro e se per fare andata a ritorno ci vogliono 7 euro di biglietto (per me, molto più per i miei compagni dei paesi limitrofi), gli studenti hanno solo due scelte:

1) lasciare l'università;

2) risparmiare per quanto è possibile (anche fotocopiando i libri).



Ciò che chiederei è una maggiore responsabilità da parte di editori e professori nel mettere un tetto massimo ai libri in commercio. Non è normale, infatti, che un fantasy costi 18 euro o 24 euro così come non è normale che per fare un esame di Letteratura Italiana e uno di Letteratura Latina uno studente medio debba sborsare circa 500 euro oltre alle tasse e ai biglietti per il bus.

Il problema è che la questione non verrà risolta fino quando questo sarà il paese delle Banane dominato da lobby di ogni genere a discapito della povera gente. L'istruzione è un bene importante e va preservata, non impedita a ogni costo!
2013-10-14 09:26:05 UTC
Non ho mai usato un libro fotocopiato, anche perché non riuscirei a studiare su delle fotocopie. I primissimi anni li compravo, poi ho iniziato a usarli in biblioteca e a segnarmi le cose interessanti su post-it che poi mettevo sui miei appunti.



Di Youtube in realtà non mi aveva mai sfiorato l'idea che potesse essere illegale (nonostante sapessi che lo fossero i programmi per scaricare i video), quindi non posso negare di avere visto video protetti da diritti. Nonostante ciò, ho sempre preferito i video ufficiali e applicazioni come Spotify.



Per quanto riguarda la musica, mi è capitato di farmela passare da altri (non perché non avessi voglia di farlo io, ma proprio perché non ne ero capace) per conoscere nuovi gruppi, ma - nel caso in cui mi siano piaciuti - ho poi comprato il cd.



Ciao Chiara :)

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Sono d'accordo con Giosuè, ma credo che quasi tutti quelli che sono infastiditi dalle richieste di pdf lo siano non tanto per l'attività del singolo (che per quanto mi riguarda può fare quello che vuole), ma per il fatto che i ragazzini disturbano la comunità, rendendo praticamente impossibile trovare le poche domande interessanti nel mare magnum di compiti e richieste. Richieste fatte peraltro con una presunzione non trascurabile, ripetute più volte anche nel caso di segnalazioni.

Personalmente non mi infastidiscono le persone che scaricano da internet materiale coperto da copyright, ma preferirei lo si facesse per principio, per "disobbedienza civile" (citando Thoreau) a leggi che si ritengono ingiuste, piuttosto che per pigrizia.

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Ho letto tutte le risposte: per chi ha un reddito basso, tale da non potersi permettere l'acquisto dei libri, ci sono le strutture del Diritto allo Studio Universitario (che hanno un nome diverso per ogni università) che offrono prestiti anche di 6 o 12 mesi, tutto il tempo per passare un esame, anche difficile.

C'è quindi da riconoscere che le giustificazioni che una persona si dà sono tutte scuse.
francesco marchesi
2013-10-14 05:27:08 UTC
il problema fossero i diritti d'autore. la realtà è che chi veramente lucra su queste cose non sono quasi mai gli autori, ma lo stato, le case discografiche, le case editrici, i proprietari dei contratti di distribuzione di questo o quello.



come fare? autocensurarsi se possibe, scaricarsi un cd degli stones perchè ormai miliardari e magari comprarsi un cd di buscemi o thievery corporarion? la realtà è che il giusto non esiste e ognuno fa quel che puo (permettersi) e/o reputa politically correct, poi ci sono le sfumature (l'importante è che non siano di grigio)



@ ri Giosuè, piccolino non annaspare per favore, ho 55 anni quasi e quando mi sono laureato io tra un po non esistevano neanche le fotocopiatrici (usavo la carta carbone quando scrivevo a macchina), io le compro e le pago le cose perchè ho i mezzi per farlo, e rileggiti che il primo a condannare e giudicare sei stato tu ed è per quello che mi sono arrabbiato, qui chiudo perchè mi vien da ridere
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2013-10-14 13:56:07 UTC
Nella mia città hanno fatto multe salate! C'è anche da dire che fino ad un certo livello di specializzazione è facile trovare libri, mentre quando si arriva verso gli ultimi anni dell'università non si riescono a trovare neppure libri in italiano.



Personalmente non ho fotocopiato più di un paio di libri, perchè, in ogni caso non li avrei altrimenti comprati o non erano reperibili in commercio.



Non bisogna dimenticare che chi vuole imparare bene le materie ha da comprare i libri. Diciamo che ci sono problemi più grossi di questo da risolvere. Il problema della mentalità mafiosa è largamente diffusa in Italia ma non bisogna dimenticare che l'insieme di leggi che regola il nostro stato non possono essere considerate totalmente giuste. I libri costano troppo, mi affido agli insegnanti e agli appunti, alla cooperazione tra studenti e alla volontà innata di ogni essere umano di voler apprendere
nicoladc89
2013-10-20 07:43:22 UTC
Il dicorso diritti d'autore è un discorso complesso. I diritti d'autore contano relativamente sul costo di un libro, un ebook costa meno di un libro cartaceo, molto meno, ecc... quindi nel caso in cui ci siano si possono comprare senza violare il diritto d'autore.

Ma come dicevo il problema qui non è il diritto d'autore, il problema qui è l'introito della casa editrice che con il diritto d'autore non ha nulla a che fare.

Il discorso è semplice se la casa editrice non vende, smetteranno di pubblicare i libri che non vendono il che significa niente PDF, niente fotocopie, niente di niente.



Io all'università ho sempre acquistato il libro originale (non è discorso di onestà, ma a studiare su un dispositivo elettornico proprio non ci riesco, tanto che anche quando dovevo studiare sulle slide pdf dei professori le ho sempre stampate) tranne in un caso e c'è un motivo

1 - costava più di 100 euro

2 - era un corso di soli 6 crediti

3 - non mi sarebbe mai servito in futuro

Spendere 100 euro per un manuale super iper tecnico particolareggiato, in un settore che non vedrò mai così nel dettaglio, mi sempra una spesa inutile. In quel caso ho scaricato la versione digitalizzata (e cmq quel che mi serviva erano un paio di capitoli).





Ora, la soluzione c'è, si chiama: Creative Commons. Funziona in questo modo, io autore di un libro ne possiedo la proprietà intellettuale e commerciale (adesso la proprietà commerciale è - quasi sempre - della casa editrice e non dell'autore) e vendo la mia opera in modo differenziato, non so, prendiamo un manuale di Database, quello là da 100 e passa euro.

Io sono lo scrittore e decido che lo vendo a 20 euro ad uno studente universitario, a 200 euro a un professionista del settore, a 100 euro ad un università e a 500 euro ad una azienda del settore e a 100000 ad una casa editrice, anche a più di una, che poi stamperà e venderà.

Ovviamente si parla di vesione digitale.

In questo modo si garantisce il diritto di autore, l'autore potrà vendere a prezzi più bassi perché guadagnerebbe molto di più, ma si garantiscono anche le case editrici che spenderebbero meno e potrebbero vendere a prezzi più bassi di ora, con il vantaggio che loro venderebbero copie stampate.

E inoltre si differenzia la vendita tra - e funziona in special modo con i libri scolastici - il professionista e lo studente, per esempio.

Anche nei libri di narrativa l'opzione può funzionare. E tutto sarebbe gestito dall'autore o da chi per lui, quindi senza Siae o con un compito molto ristretto.



P.S. Scaricare illegalmente versioni digitali è un problema di introiti fino ad un certo punto, parlo anche di film, musica, videogame o software. Il 95% di chi scarica illegalmente non comprerebbe mai la versione originale o quasi mai, io di quel libro se non avessi trovato la versione digitale ne avrei fatto a meno, se non avessi trovato TED da scaricare avrei aspettato che venisse trasmesso in TV, se non avessi trovato FIFA12 da scaricare non lo avrei mai comprato... Invece i libri che mi interessano li compro siano digitali o cartacei, i film che mi interessano vado a vederli al cinema, i videogame che mi interessano veramente li compro, così come la musica. Quello che voglio dire è che non so quanto più mercato ci sarebbe se non ci fossero le copie illegali. Io da quando si sacrica da internet compro più o meno lo stesso numero di cd, di dvd, di libri o di videogame di prima e vado tanto come prima al cinema, quello che scarico non lo comprerei, ne farei a meno semplicemente. Da me prendono tanti soldi come prima. Anzi il downloading mi ha portato a conoscere gruppi musicali, per esempio, che non avrei mai conosciuto e di cui ho successivamente comprato cd e visto live.

Prendiamo per un attimo come esempio il software che nel campo del copyleft è all'avanguardia. Molti software vengono distribuiti free per licenza privata e a pagamento per licenza professionale.

Anche i software non free subiscono questa cosa, prendiamo Autocad, costa più di 1000 euro, uno come me che lo usa per imparare o per fare quattro stronzate, non spende 1000 euro, lo scarica, ma Autodesk lo sa e non ci rimette. I soldi li fa con i professionisti che non possono usare una versione pirata, anzi più persone imparano a usarlo, anche con copie pirata, più vendono. E questi software vengono craccati in pochissimo tempo, il che mi porta a pensare che o vengono craccati dall'interno, oppure fanno in modo che possano esserlo.

Insomma, aprire il mercato al copyleft, al CC, garantendo sì il diritto d'autore (anche i software open source mantengono il diritto d'autore) e non è detto che debbano essere gratuiti ma ad un prezzo ragionevole, potrebbe aprire e allargare il mercato, portando alla fine vantaggi sia a chi legge, sia a chi scrive, sia a chi pubblica
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2013-10-19 06:33:19 UTC
Premetto che sono una studentessa universitaria che, pur avendo qualche lavoretto, non sono sicuramente una riccona, ma allo stesso tempo mi piace leggere. Dunque, leggo molto in ebook (non ho biblioteche nei pressi di casa mia e non saprei neanche dove mettere tutto ciò che leggo), anche se ovviamente il cartaceo è tutt'altra cosa, e quando posso, acquisto in cartaceo. Inoltre, i libri di acquisto sempre fotocopiati, perché originali hanno un costo davvero eccessivo e nel raro caso in cui debbo studiare da un libro in cui mi servono i colori, faccio fare le fotocopie a colori. Ammetto che le fotocopie sono davvero un'ancora di salvezza per i tanti studenti che, pur facendo sacrifici, non possono permettersi troppo economicamente.

Dunque, nulla di male per ebook e fotocopie di libri universitari, quello che però contesto è il fatto di venire a rompere le scatole in questa sezione per i PDF.
2015-02-24 12:29:39 UTC
Un ottimo posto dove cercare libri usati di ogni tipo, scolastici e non è il libraccio. Hanno un sito piuttosto fornito con sconti molto interessanti. Ho comprato spesso da loro e mi sono trovato molto bene. Ecco il link se vuoi farti un giro http://bitly.com/1BOd0hf


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